Silvia Avallone, "Cuore Nero", lettura immersiva nell'arco di 40 ore.
E’ un libro che pulsa di forti emozioni ma in equilibrio: non stempera la tragedia che racconta ma nemmeno ama ostentare la violenza per il gusto di farlo. Va a fondo nell'oscurità umana ma sa risalire dal suo pozzo nero. La salvezza dei personaggi ha un prezzo altissimo da pagare, e non arriva tutta, né subito e non è mai scontata. Ho apprezzato la verità del racconto e il messaggio che l’essere umano è profondamente complesso, e dentro di noi può coesistere la luce creativa più scintillante e il demone nero più arrabbiato. Si fanno la guerra, alternano sconfitte e vittorie reciproche, ma coesistono e la verità di uno non inficia la verità dell’altro. Oltre il senso di colpa, oltre l’odio, oltre l’inconsapevolezza del momento, c’è sempre un grande amore.
( foto Gankogroup- Vecteezy)
Ho la fortuna di lavorare con le costellazioni familiari e so quanto è difficile arrendersi all'unica verità possibile per qualsiasi situazione, leggera o estremamente drammatica, come nel racconto di Silvia Avallone: nessun sentimento si disperde davvero, e non esistono massi grandi abbastanza sui nostri cuori per nascondere i sentimenti d'amore, che continueranno a sopravviverci nei secoli finché qualcuno dei nostri discendenti avrà il coraggio di riconoscerli e viverli.
Il titolo "Cuore Nero" inizialmente mi risuonava come un ossimoro. Ma il rosso tanto concentrato e secco diventa scuro, quasi nero, e così è per la passione estrema: l'amore eccessivo della protagonista Emilia l'ha condotta verso la tragedia. Il sangue e la passione si sono dovute frenare, fare la crosta, divenire nere. E poi, in un'immensa compassione, che travalica l'illusoria divisione tra i vivi e i morti, il sangue è ricominciato a scorrere, la pelle si è fatta nuova, e nuova la visione: al di là di quello che possiamo compiere in una vita, siamo comunque ed eternamente luce .
コメント